Il novecento

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Periodo dal 1900/1918:

Il sarto Paul Poiret, 32 anni, stanco dei colori spenti e della linea a clessidra dello stile ottocentesco, diede alla donna una forma un pò diversa, priva di busto, indossava abiti a vita alta e dai colori vivaci. Utilizzava sete e velluti, damaschi, era fantasioso e faceva accostamenti originali, ispirandosi anche all'oriente. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, sicuramente per risparmiate tessuto, le gonne si accorciarono al polpaccio, mentre si affermarono linee militaresche, appena mitigate dalla cosiddetta crinolina di guerra, una gonna imbottita di tulle.



Periodo 1922/1940:

Il modello femminile del dopoguerra, era rappresentato dalla ragazza magra: senza più fianchi né petto, con aria mascolina e i capelli cortissimi alla Garçonne.
La moda volle gonne sempre più corte e abiti spesso tagliati di sbieco, invenzione che sembra si debba a Madeleine Vionnet. Quasi intorno agli anni 30, si affermò lo stile bebè: gonne al ginocchio, scarpe col cinturino, cappelli a Cloche. Secondo la moda di questo periodo l'abito è inteso come pratico, semplice e poco costoso, di conseguenza elegante.
Fu Gabrielle Coco Chanel a lanciare l'abito in jersey corto, imponendo questo tessuto povero anche per il tailleur, una delle sue creazioni caratteristiche. Sempre lei semplificò la linea dell'abito da sera inventando un lineare tubino nero, a lanciare i gioielli in vetro colorato, l'abbronzatura ed il profumo legato alla sua linea, il famosissimo Chanel N° 5. Nel 1930 la figura femminile torna ad essere aggraziata e prende come riferimento le star di Hollywood: le labbra di Joan Crawford, i capelli platinati e le sopracciglia ridisegnate di Jean Harlow, i tailleur pantaloni di Marlene Dietrich. Rimase comunque in essere l'ideale di donna longilinea, portava tacchi alti e si tingeva i capelli.

Dagli anni '30, la vita tornò al punto naturale, gli abiti si allungarono sotto al ginocchio e si aprirono in piccole pieghe e pannelli. D'inverno si preferivano lunghi cappotti con immensi colli di volpe. il giorno veniva indossato il tailleur, mentre le spalle diventarono quadrate a causa di imbottiture nascoste. Il pantalone si insinuò gradatamente nella moda, specie negli abiti sportivi e nei completi estivi. I vestiti da sera, ultra femminili, si allungarono nuovamente fino ai piedi, con scollature vertiginose sulla schiena. Dalla stilista Elsa Schiaparelli nasce la donna moderna, spregiudicata e indipendente, il rosa fucsia o Shoking fu il suo colore preferito, come il nome di un suo celebre profumo.
Mentre negli anni precedenti la guerra l'abito si accorciò e allargò, mentre lo stile diventò più romantico, con incrostazioni di ricami e paillettes. Per le vesti da sera si usarono tessuti leggeri e fruscianti.



Periodo 1950/1970

La donna agli inizi del 1950 si stancò di portare i vestiti rivoltati e fuori moda delle loro mamme e ritrovandosi a imitare i modelli dalle riviste femminili con l'aiuto di cartamodelli e di provvidenziali sartine.

Negli anni '60, periodo di grande rivoluzione sia nel campo della moda che nello stile di vita, le ragazze seguivano la moda, in Inghilterra la prima boutique di moda giovanile, fu aperta da Barbara Hulanicki (Biba), gli abiti erano colorati e striminziti, i nuovi modelli da seguire erano le indossatrici delle riviste di moda: scheletriche, con la pelle chiare e grandi occhi truccatissimi. Sempre in questi anni in Inghilterra Mary Quant lancia la moda della minigonna, che scopriva molto le gambe, da portare con i collants da colori vivaci, visto che non potevano essere portati più i reggicalze.
La stessa stilista ideò la maglia a coste (skinny rib), che fasciava la parte superiore del corpo. Mentre in Francia André Courrèges, fu l'unico a seguire la moda giovane, adattò le gonne corte a stivaletti senza tacco, calzamaglie bianche, linee geometrizzate, con un maggiorutilizzo dei pantaloni. Nel 1969 lanciò la moda spaziale ispirata al primo sbarco dell'uomo sulla luna, era costituita da abiti metallizzati e parrucche sintetiche multicolori, fecero epoca.

Nel 1970
Con il movimento femminista avvenuto in questi anni, si ritornò alle gonne lunghe, gli abiti poveri e gli zoccoli.
Dopo la crisi generali delle case di moda e la chiusura di alcune di esse, nacquero diverse mode: le donne indossarono strati su strati di maglia, berretti, sciarpe, scaldamuscoli. Tra le novità, proprio all'inizio del periodo, vi furono gli Hot pants, pantaloncini assai più corti delle minigonne e che lascivano interamente scoperte le gambe. Il couturier più importante del momento, fu Yves Saint Laurent. Le sue nuove idee derivano dalla strada, applicò alla donna diversi capi tradizionalmente maschili, come lo smoking, il trench, i knikerbokers e il tailleur pantalone. Creando così una collezione che riprendeva lo stile russo ed un altra in stile cinese; Proprio alla fine, ideò collezioni ispirate al mondo dell'arte da quella pop, al cubismo.